«Onde», le fatiche del giovane cinema italiano
- Applaudito in 11 festival, recitato da ottimi attori, autoprodotto dal regista, il film d'amore tra "diversi", esce il 28 aprile. Anita Caprioli: «Le pellicole indipendenti non sono protette. Ma alla fine è la storia a vincere, come in questo caso».
- GENOVA Dopo undici festival in tutto il mondo, tra cui quelli prestigiosi di Rotterdam, San Francisco, Karlovy Vary e Rio de Janeiro, arriva il 28 aprile nelle sale italiane Onde. Il lungometraggio d'esordio del fiorentino Francesco Fei racconta una storia d'amore tra "diversi", un ragazzo cieco (Ignazio Oliva) e una giovane con una voglia sul viso (Anita Caprioli). È ambientato a Genova, dove ieri sera è stato presentato in anteprima nella rassegna del «Giovane cinema europeo». Fei, già autore di videoclip, si è autoprodotto il film.
Anita Caprioli torna protagonista dopo la fiction tv Sacco e Vanzetti e il piccolo ma significativo ruolo ne La guerra di Mario di Antonio Capuano. Ora ha appena finito Uno su due di Eugenio Cappuccio dov'è la fidanzata del protagonista Fabio
Volo. «Ho cercato di dimenticare - racconta l'attrice che Francesca avesse la voglia, doveva diventare problema interiore, non estetico. Ha un'immobilità emotiva, non riesce a vivere le relazioni. Francesca e Luca sono una metafora di tutti noi e delle difficoltà che abbiamo a interagire con gli altri. Francesca si è creata attorno una cortina di ferro, perché è cresciuta in società che non le lasciava vivere questo difetto, Si vive solo di percezioni estetiche o ciò che non è perfetto viene considerato un difetto. Tutti noi, anche senza segni esterni evidenti, ci portiamo dietro le difficoltà che la società ci inculca. E i due protagonisti cercano di far sopravvivere l'amore all'inadeguatezza. Il film racconta anche la possibilità di cambiare, di uscire da guscio o mettersi in discussione>>.
Come si è avvicinata e preparata a questo personaggio?
Mi metto sempre al servizio del personaggio che devo raccontare, il mio corpo deve essere solidale con ciò che racconto. In questo caso ho provato a vivere qualche tempo con la voglia addosso, per capire cosa passa nella testa di chi ce l'ha. Non arrivi fino in fondo, come chi l'ha dalla nascita, ma ti avvicini molto.
Francesca è molto diversa dai suoi personaggi recenti.
Il bello di questo lavoro è raccontare storie diverse, fare incursioni in mondi opposti. Rosina Sacco combatteva per salvare il marito, ne La guerra di Mario racconto uno spaccato burocratico anche negativo. Francesca racconta la nostra anima: quanto si possa ammalare ma anche quanto possa guarire quando ci mettiamo in discussione.
«Onde» arriva in sala dopo una lunga attesa.
Il film ha avuto un iter lungo perché non ha alle spalle un apparato commerciale. Il cinema indipendente in Italia è sacrificato, non viene protetto. È un meccanismo che è necessario cambi: bisogna dare la possibilità a storie piccole di essere raccontate, affinché il pubblico possa scegliere. Per fortuna Onde esce in sala perché alla fine vincono le storie che hanno una necessità di essere raccontate.
Nicola Falcinella